Prodotti Laser
Apparecchiature a Laser (anche con diversi tipi di Laser) per la cura od il trattamento del corpo anche in Fisioterapia.
Il Laser
Il laser è una fonte di luce pura ed armonica, vale a dire che le onde luminose (anche se non visibili) sono coerenti, e molto stabili nella loro frequenza.
La “Luce Laser” è molto direzionata quindi non si disperde facilmente e raggiunge i tessuti biologici più profondi stimolandoli correttamente.
Il laser più attivo è quello nella fascia N.I.R. (Near Infra Red) cioè “infrarosso vicino”.
Il N.I.R. stimola la respirazione cellulare.
Il laser cos’è, come funziona
Il nome “LASER” è in realtà una sigla inglese tratta dalle iniziali: L. (Light) A. (Amplification by) S. (Stimulated) E. (Emission of) R. (Radiation), cioè Amplificazione della Luce per mezzo dell’Emissione Stimolata di Radiazioni.
Per capire come funziona un “LASER” è necessario prima capire come gli elettroni
producano Luce.
La luce
In tutti gli atomi, gli elettroni occupano generalmente orbite ben definite attorno ai nuclei.
Quando questi elettroni sono “eccitati” e “portati” su livelli energetici più alti, essi tendono a ricadere sul loro livello energetico originale, o sul livello energetico fondamentale; quando questi elettroni ricadono, emettono un’energia elettrica (la luce).
Se la differenza tra lo stato eccitato e lo stato fondamentale è dentro certi limiti, l’energia elettrica risultante sarà luce nel campo visibile altrimenti del non visibile. Questo cambiamento di stato energetico è chiamato transizione e la radiazione risultante da una singola transizione, è chiamata fotone.
Per esempio, in una normale lampadina, gli atomi del filamento del tungsteno sono eccitati dalla corrente elettrica.
La transizione di ritorno allo stato fondamentale (non eccitato) è casuale; ne risulta che i fotoni sono emessi in tutte le direzioni, con frequenze diverse, con fasi diverse e con energie diverse (ne risulta cioè una Luce bianca).
L’interazione di una luce laser sulla materia biologica
L’influenza di un raggio laser sulla materia biologica dipende globalmente da due elementi: la lunghezza d’onda (il calore) e la sua energia.
La scelta del calare determinerà la scopo mirato.
Il grafico indica che sceglieremo un valore ben preciso a seconda della materia che desideriamo trattare (alla quale vogliamo dare l’energia del laser).
Si ricorda che la luce visibile va da 380nm a 760nm.
Effetti Biologici Della Stimolazione Tissutale con Soft-laser Infrarosso
1. Aumento del flusso ematico locale con migliore utilizzazione dell’ossigeno da parte delle cellule, per vasodilatazione arteriolare e capillare, con conseguente azione eutrofica ed antiflogistica.
2. Azione antiedemigena per modificazione della pressione idrostatica endocellulare, con riassorbimento dei liquidi interstiziali eccedenti.
3. Azione analgesica locale dovuta a||’aumento della soglia di percezione delle terminazioni nervose algotrope.
4. Accelerazione dei processi metabolici cellulari per stimolazione del ricambio elettrolitico protoplasmatico.
5. Azione antibatterica locale.
6. Stimolazione dei sistemi immunitari per aumento della produzione di anticorpi.
Si può quindi affermare che il ruolo del laser infrarosso nella terapia del dolore ed in quella dermatologica ed estetica si è ormai rivelato insostituibile.
Si può supporre che la luce laser in quanto energia sotto forma luminosa dopo essere stata trasformata in energia chimica sotto forma di ATP e da questo in energia elettrica endocellulare, possa evocare nella fibra nervosa un potenziale d’azione.
Essendo questo legato ad una temporanea iperpolarizzazione di membrana, la luce laser indurrebbe dopo il passaggio da uno stato di riposo a uno di conduzione, anche uno stato di inattivazione o di refrattarietà cui corrisponderebbe sul piano clinico una temporanea analgesia.
Ma la biostimolazione laser è stata interpretata nella terapia della patologia articolare anche come un allineamento in senso ritmico ed armonico degli scambi elettromagnetici tissutali.
Più precisamente l’energia laser potrebbe essere trasformata in modo simile a quello che avviene per la sintesi clorofilliana, cioè energia chimica immagazzinata e prontamente utilizzabile sotto forma di ATP da parte dei mitocondri, qualora si ammettesse la possibilità che questi ultimi abbiano conservato nel loro genoma anche la memoria riguardante le modalità del funzionamento dei cloroplasti che sono in grado di utilizzarla se stimolati con energia laser.
Poiché non sono ancora chiari quali siano i meccanismi d’azione del laser, si potrebbe teorizzare che il raggio di luce biostimolante possa ripristinare quello squilibrio energetico che ha provocato il sintomo dolore in quanto il raggio laser proiettato su alcuni dei cosiddetti punti di comando del piano cutaneo, riequilibra l’omeostasi agendo come stimolante su alcuni degli stessi punti usati dai medici che praticano l’agopuntura.
È su questi parametri che il laser a diodo I.R. svolge l’azione terapeutica.